La Federazione Nazionale degli Ordini dei Fisioterapisti (FNOFI) accoglie con soddisfazione l’approvazione definitiva, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto correttivo che rende strutturale il divieto di fatturazione elettronica tramite Sistema di Interscambio (SdI) per le prestazioni sanitarie rese a persone fisiche, già oggetto di proroghe annuali sin dal 2018.
Tale misura, confermata dal recente decreto in materia di adempimenti tributari e concordato preventivo biennale, rappresenta un punto fermo nella tutela della privacy e della riservatezza dei dati sensibili dei cittadini. Un principio che costituisce per la nostra Federazione una posizione consolidata, da tempo sostenuta in tutte le sedi istituzionali.
«Con questo provvedimento – dichiara il Presidente Ferrante – viene finalmente riconosciuto un principio fondamentale: i problemi di salute dei cittadini non possono avere rischi di trasparenza impropria. La fattura elettronica, se veicolata tramite SdI per prestazioni sanitarie a persone fisiche, rischiava di trasformarsi in un potenziale strumento di diffusione di informazioni riservate, in assenza di adeguate garanzie normative. La decisione del Governo dà risposte concrete alle sollecitazioni che abbiamo fatto come Federazione».
Il divieto permanente per tutti gli operatori sanitari obbligati all’invio dei dati al Sistema Tessera Sanitaria – tra cui i fisioterapisti – evita il ricorso a continue e ultronee proroghe legislative e garantisce certezza e semplificazione ai professionisti iscritti agli ordini e ai cittadini.
Le novità introdotte dal decreto:
La FNOFI ribadisce che la riservatezza del dato sanitario è parte integrante del diritto alla salute, e che ogni innovazione normativa – anche sul piano fiscale – deve tutelare tale principio.
Resta, naturalmente, l’obbligo di fatturazione elettronica per le prestazioni sanitarie a soggetti giuridici (associazioni, società sportive, enti) e per prestazioni non sanitarie come relazioni a convegni o consulenze tecniche.
Questo provvedimento, atteso e condiviso dalla comunità professionale, si inserisce in una visione più ampia di rispetto dei diritti fondamentali, snellimento degli adempimenti e valorizzazione della responsabilità deontologica del professionista sanitario.